SAN VITTORE VESCOVO
Il primo elemento che attira l'attenzione di chi si appresta alla visita di questo gioIellino, è un'ampia arcata semi-acuta murata all'interno dell'attuale facciata e ciò lascia presumere che l'edificio originario avesse dimensioni più ridotte, con l'ingresso frontale preceduto da un imponente porticato a sua protezione; ciò sembra avvalorato sia dalla costituzione del campanile a vela in mattoncini rossi, sia dalla pavimentazione in lastre di granito della prima campata, che si distingue da quella in mattonelle quadrate in cotto di medie dimensioni, che rivestono il restante piano della sala. La facciata è completata da una tozza croce litica sulla punta del campanile e da due profonde nicchie che sovrastano il portale, in una delle quali è ricavata una piccola luce. L'ingresso principale è centinato, grazie ad un arco in antichi mattoni rossi. Altro elemento che si riscontra raramente nelle chiese campestri galluresi, è la presenza di due ingressi laterali, che a Santu Ittaru si aprono in maniera speculare.
Una didascalia che accompagna un grazioso modellino dell'edificio conservato all'interno, indica l'antichità della chiesa e sebbene al momento non sia stato possibile stabilirne una precisa datazione, la riporta al Medioevo, quale fulcro religioso di una "Curtes", minuscolo centro abitato autosufficiente, con varie aziende agricole, di cui si ignora il nome. Nel XVII secolo, erano ancora visibili il cimitero ed i ruderi di alcuni edifici, come precisa un documento seicentesco.
L'unica aula è composta da due campate ed il presbiterio, accessibile grazie a tre gradini e che ospita due statue del Santo vescovo, di cui una alquanto antica
La festa
La domenica che precede il 10 maggio, giorno d’inizio dei festeggiamenti del patrono della città, San Simplicio, la cui festa solenne è celebrata il 15 dello stesso mese. Il venerdì pomeriggio, alle 16 l'appuntamento è presso la casa del presidente del comitato o di un socio, dove avviene il raduno delle bandiere, che vengono poi portate in chiesa. Il sabato si consuma la cena a base di trippa. Il giorno solenne la messa viene celebrata intorno alle 11, segue la processione e poi il pasto comunitario a base di minestra in brodo di carne
Per l'occasione è organizzata la gara podistica e le serate vengono allietate dalla musica
Come si raggiunge
A pochi chilometri da Olbia: arrivare in via Veronese, imboccare via San Vittore e proseguire sino alla segnalazione
Per saperne di più
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Una didascalia che accompagna un grazioso modellino dell'edificio conservato all'interno, indica l'antichità della chiesa e sebbene al momento non sia stato possibile stabilirne una precisa datazione, la riporta al Medioevo, quale fulcro religioso di una "Curtes", minuscolo centro abitato autosufficiente, con varie aziende agricole, di cui si ignora il nome. Nel XVII secolo, erano ancora visibili il cimitero ed i ruderi di alcuni edifici, come precisa un documento seicentesco.
L'unica aula è composta da due campate ed il presbiterio, accessibile grazie a tre gradini e che ospita due statue del Santo vescovo, di cui una alquanto antica
La festa
La domenica che precede il 10 maggio, giorno d’inizio dei festeggiamenti del patrono della città, San Simplicio, la cui festa solenne è celebrata il 15 dello stesso mese. Il venerdì pomeriggio, alle 16 l'appuntamento è presso la casa del presidente del comitato o di un socio, dove avviene il raduno delle bandiere, che vengono poi portate in chiesa. Il sabato si consuma la cena a base di trippa. Il giorno solenne la messa viene celebrata intorno alle 11, segue la processione e poi il pasto comunitario a base di minestra in brodo di carne
Per l'occasione è organizzata la gara podistica e le serate vengono allietate dalla musica
Come si raggiunge
A pochi chilometri da Olbia: arrivare in via Veronese, imboccare via San Vittore e proseguire sino alla segnalazione
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