SAN BACHISIO
Santu Bachis d'Ultana, di probabili origini medievali, dovette essere la parrocchiale di un piccolo borgo della Curatoria di Fundimonte, di cui ci è sconosciuto il nome; i resti delle sue abitazioni vennero segnalate dallo storico Angius, ancora visibili alla metà dell'Ottocento.
Il primo documento che la riguarda è il testamento di Malgarida Delacu che nel 1613, lasia a Santu Baquis et a Santu Diegu, "vintiquimbe scudos"; altro testamento, nel 1634, "vinti soddos" donati da Antoni Tampone. Dal 1877 la chiesa, che era di pertinenza del clero di Calangianus, passa sotto la giurisdizione della parrocchia di Telti, appena costituita.
Anche questo edificio è caratterizzato dall'assoluta semplicità architettonica che contraddistingue i fabbricati galluresi, valorizzato come un po' ovunque nel territorio, dal notevole scenario naturalistico, e merita una visita anche per l'ambiente circostante.
Le pareti della chiesa sono completamente intonacate, tranne la parte absidata che indica la natura del materiale da costruzione, che è ovviamente la pietra granitica. Due sono gli ingressi che introducono alla sala e su quello laterale svetta il campaniletto a vela, lievemente allungato e dotato di piccola campanella. Due archi a vista suddividono l'aula in tre campate e sul fondo, si trova il modesto ma pregevole altare a gradoni, decorato con cromature; questo contiene tre nicchie, protette da teche, che ospitano la statua del titolare, quella della Vergine Maria e quella di San Diego di Alcalà, frate spagnolo francescano. Al retrostante abside, adibito a sacrestia, si comunica grazie a due porticine.
L'arredo è essenziale e da notare l'acquasantiera, con bacile suddiviso in tre settori, sostenuto da una possente colonna in granito.
TROVI LA SCHEDA COMPLETA NELLA GUIDA ALLE CHIESE CAMPESTRI DELLA GALLURA - ordinala qui
La festa
Tre momenti nel corso dell'anno: la seconda domenica di maggio; la prima e la quarta domenica di settembre
Come si raggiunge
8 km da Telti: prendere la Statale 127 in direzione Calangianus e Tempio Pausania; superata la cantoniera in località Taroni, imboccare la stradina a destra, segnalata al km 22.IV e proseguire per altri 2 km
Il primo documento che la riguarda è il testamento di Malgarida Delacu che nel 1613, lasia a Santu Baquis et a Santu Diegu, "vintiquimbe scudos"; altro testamento, nel 1634, "vinti soddos" donati da Antoni Tampone. Dal 1877 la chiesa, che era di pertinenza del clero di Calangianus, passa sotto la giurisdizione della parrocchia di Telti, appena costituita.
Anche questo edificio è caratterizzato dall'assoluta semplicità architettonica che contraddistingue i fabbricati galluresi, valorizzato come un po' ovunque nel territorio, dal notevole scenario naturalistico, e merita una visita anche per l'ambiente circostante.
Le pareti della chiesa sono completamente intonacate, tranne la parte absidata che indica la natura del materiale da costruzione, che è ovviamente la pietra granitica. Due sono gli ingressi che introducono alla sala e su quello laterale svetta il campaniletto a vela, lievemente allungato e dotato di piccola campanella. Due archi a vista suddividono l'aula in tre campate e sul fondo, si trova il modesto ma pregevole altare a gradoni, decorato con cromature; questo contiene tre nicchie, protette da teche, che ospitano la statua del titolare, quella della Vergine Maria e quella di San Diego di Alcalà, frate spagnolo francescano. Al retrostante abside, adibito a sacrestia, si comunica grazie a due porticine.
L'arredo è essenziale e da notare l'acquasantiera, con bacile suddiviso in tre settori, sostenuto da una possente colonna in granito.
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La festa
Tre momenti nel corso dell'anno: la seconda domenica di maggio; la prima e la quarta domenica di settembre
Come si raggiunge
8 km da Telti: prendere la Statale 127 in direzione Calangianus e Tempio Pausania; superata la cantoniera in località Taroni, imboccare la stradina a destra, segnalata al km 22.IV e proseguire per altri 2 km